19 Apr 2016
AEDES DE VENUSTAS amplia la sua Collezione, celebre per il tratto distintivo che accomuna tutte le sue Eau de Parfum, ovvero l’Incenso…
Sei composizioni d’Autore – disegnate a New York e create in Francia – caratterizzate da una selezione di materie prime di altissima qualità, dosate nella più alta concentrazione possibile, racchiuse in flaconi di pesante vetro fumé dall’inconfondibile stile rétro, custoditi a loro volta in una elegante confezione di velluto, che evoca gli ambienti barocchi e accoglienti della celebre boutique di New York.
Il 2016 vede, così, la nascita di Cierge de Lune…
“Fresco e limpido come l’aria del deserto al chiaro di luna. Vellutato e sensuale come il cielo a mezzanotte. Ispirato dal profumo di un misterioso fiore di una pianta di cactus, conosciuta come Regina della Notte, il sesto AEDES DE VENUSTAS rivela il lato oscuro della Vaniglia”
Un’armonia eterea e avvolgente, incentrata sulla allure misteriosa della Regina della Notte, che sboccia nell’oscurità per poi richiudersi all’alba…
Protagonista la soffice Vaniglia del Madagascar, avvolta da effluvi di Incenso e un soffio di Hedione, incorniciata dai petali vellutati dello Ylang Ylang. Lo scintillio del Pepe Rosa evoca i raggi di luna, mentre il Pepe Nero esalta l’Incenso in testa e, al tempo stesso, sublima il fondo scamosciato che si rivela morbido, cremoso e avvolgente.
Ecco, dunque, le impressioni del Naso creatore, Fabrice Pellegrin, Profumiere per Firmenich e responsabile dello sviluppo delle materie prime naturali a Grasse: “La nostra vaniglia del Madagascar è la più fedele all’ingrediente naturale” spiega. Quanto all’estratto di Pepe Nero che nobilita la formula di Cierge de Lune “Mi riporta alla mia infanzia, quando mettevo il naso nel cassetto del nostro macina-pepe Peugeot per sentire l’odore del pepe appena macinato”.
My Experience:
Cierge de Lune è un insieme di contrasti, armonizzati tra loro in perfetto equilibrio. Un accordo cremoso e avvolgente, che alterna pungenti accenti speziati a vellutati sentori fioriti, per poi lasciare il posto all’abbraccio suadente della Vaniglia.
